Sai qual è la differenza tra query transazionali, navigazionali, informazionali? Conosci esempi di query transazionali? E di query navigazionali e informazionali? In questo articolo del mio blog ti spiegherò in modo semplice le differenze tra queste tipologie di ricerche.
Non ti parlo di questo argomento per caso. Ogni giorno, come SEO Copywriter & Digital Strategist, mi confronto con le query, i dati e le strategie che aiutano un sito web a crescere online. E proprio da qui nasce questo nuovo articolo.
Cosa sono le query?
Per spiegarti cosa sono le query parto da un esempio. Sei davanti al computer e vuoi ricercare informazioni sulla data dell’unità d’Italia. Scrivi su Google “data unità d’italia” o qualcosa di simile e ottieni dei risultati di ricerca. Quel “data unità d’Italia” è la query, la ricerca che hai effettuato.
Quando utilizzi Google o altri motori di ricerca, scrivi una query qualsiasi e ottieni una lista di risultati più o meno pertinente. La pertinenza dipende:
- dalla tua capacità di scrivere nel modo più accurato la query
- da quanto i siti web hanno creato pagine e articoli che rispondono all’intento di ricerca della tua query.
Ma quante tipologie di query esistono? Continua a leggere per scoprirle tutte e comprenderle grazie ai miei esempi.

Query transazionali, navigazionali, informazionali: quali differenze?
Quando si parla di SEO, tutti si focalizzano sulle keyword. Pochi si soffermano sull’intento di ricerca effettuato dall’utente. Eppure, capire perché una persona digita quella parola su Google è molto importante per definire una strategia SEO completa. Dietro a ogni ricerca c’è un’esigenza, una curiosità, un dubbio, una decisione che si sta per prendere. La maggior parte delle ricerche online sono informazionali, a seguire navigazionali e infine transazionali.
Una strategia SEO completa deve bilanciare tutti e tre i tipi di query.
- Le query informazionali generano traffico qualificato e autorevolezza per il brand.
- Le query navigazionali rafforzano la presenza del brand online.
- Le query transazionali portano conversioni e fatturato al brand.
Il compito di un SEO copywriter non è solo intercettare query, ma accompagnare l’utente lungo il suo percorso, con contenuti che parlino la sua lingua in ogni fase. Alla fine, non sono le keyword a far crescere un brand, ma le relazioni che si costruiscono attorno a esse. Ecco perchè è importante saper distinguere query transazionali da query navigazionali e da query informazionali.
Query transazionali: 3 esempi
Le query transazionali sono quelle legate all’acquisto di un prodotto o servizio. Come sai, nell’ultimo decennio gli acquisti online sono cresciuti esponenzialmente visto che sono attivi siti e-commerce di ogni tipo.
Esempi di query transazionali sono:
- Acquistare profumo uomo
- Compra ultimo iphone
- Hotel maldive 5 stelle
Per intercettare queste query di ricerca con intento commerciale, è necessario ottimizzare il proprio e-commerce o landing page.

Query navigazionali: 3 esempi
Le query navigazionali sono quelle in cui l’utente ricerca un termine specifico perchè ad esempio conosce già il brand di riferimento dove acquistare il prodotto. Questa ricerca Google è diretta e precisa. Un esempio di query navigazionale è “zara” o ancora “lego”, tanto per tornare su un paio di esempi che avevo citato per motivi diversi in questo articolo di blog.
Nel caso delle query navigazionali è importante far sì che il brand sia facilmente trovabile online e sia correttamente posizionato con i propri asset digitali ufficiali (sito web, social media, scheda Google My Business).

Query informazionali: 3 esempi
Tutte le query informazionali sono relative alla ricerca di informazioni su un determinato tema. Sono sicuro che negli anni ti sarà capitato di usare Google per ricevere risposte su qualsiasi argomento (le enciclopedie ormai non si usano più e ci sarà un motivo). Con Google o con qualsiasi altro motore di ricerca hai trovato una risposta al quesito in pochi secondi.
Dando sfogo alla mia fantasia, ti lascio alcuni esempi di query informazionali:
- Quali ingredienti usare per una torta di mele?
- Come si chiamava l’allenatore in seconda dell’Inter nella stagione 20/21?
- Qual è il colore dei capelli di Mila nel celebre cartone animato Mila e Shiro?
Con query lunghe come queste, potrai trovare nei risultati di ricerca il risultato più adatto. Per essere presenti sulle query informazionali, bisogna creare contenuti di valore (guide, articoli, tutorial, pillar page) che rispondano in modo chiaro e approfondito alle ricerche degli utenti. Così facendo ci si posizionerà come risorsa autorevole.

Query: perchè sono importanti?
Osservare le query è fondamentale per qualsiasi SEO Specialist, SEO Copywriter o consulente SEO. L’intento di ricerca dell’utente è la bussola che orienta ogni strategia: capire cosa una persona vuole davvero ottenere digitando una determinata parola chiave significa poter costruire contenuti utili, pertinenti e in linea con le sue aspettative.
Dietro le query c’è un obiettivo preciso:
- informarsi
- trovare un brand
- acquistare qualcosa
e intercettarlo nel modo giusto permette di creare esperienze digitali più efficaci. È questo che trasforma un semplice testo in uno strumento strategico: il contenuto non parla solo di un argomento, ma risponde a un bisogno reale.
Analizzare le query transazionali, informazionali, navigazionali ti aiuta anche a scoprire nuove opportunità di posizionamento, a capire cosa funziona davvero nella tua strategia e a misurare la rilevanza dei contenuti rispetto al pubblico. Io, ad esempio, utilizzo SEOZoom per avere una visione chiara e completa delle query su cui si posiziona un sito web: posso studiarne l’andamento, la concorrenza e il potenziale. In questo modo capisco quali parole chiave rafforzare, quali ottimizzare e dove può esserci spazio per crescere.
5 Strumenti per identificare una query
Ecco cinque strumenti che uso personalmente (e che ti consiglio) per analizzare e comprendere al meglio l’intento di ricerca dietro una parola chiave.
- Google Search Console. È il punto di partenza. Ti mostra le query reali (query transazionali, informazionali e navigazionali) per cui il tuo sito si posiziona e ti aiuta a capire quali intenzioni di ricerca stai intercettando.
- SEOZoom. Come anticipato, è il mio strumento preferito, soprattutto per il mercato italiano. Ti permette di analizzare le SERP e capire che tipo di risultati la dominano.
- Semrush. Ha le stesse funzionalità di SEOZoom ma ti offre in più risultati molto interessanti su mercati internazionali.
- AnswerThePublic. Un tool semplice ma potentissimo per scoprire come le persone fanno le domande. Inserisci una keyword e ti restituisce tutte le variazioni possibili, utilissime per individuare query informazionali e anche query transazionali e navigazionali.
- La SERP (e un po’ di occhio umano). Nessuno strumento batte un’analisi diretta della SERP. Basta guardare i risultati: se Google mostra degli articoli, allora si è in presenza di query informazionali; se Google mostra un brand, allora si è in presenza di query navigazionali; se infine Google mostra dei prodotti, allora si è in presenza di query transazionali.
Capire la differenza tra una query transazionale, navigazionale e informazionale non serve solo per “fare SEO”, ma per capire davvero le persone.
Dietro ogni ricerca c’è una curiosità, un dubbio, un bisogno concreto e per me è questo il punto più affascinante del lavoro di SEO Copywriter & Digital Strategist.
Quando progetto una strategia SEO, cerco sempre di partire da lì: dall’intento di ricerca e da un’analisi completa. Perché non sono le parole chiave a fare la differenza, ma come le interpreti e che valore offri a chi le cerca.
Se vuoi analizzare le query del tuo sito, scoprire quali sono le query transazionali, navigazionali e informazionali o costruire una strategia SEO basata davvero sui bisogni del tuo pubblico, scrivimi: possiamo ragionarci insieme e capire da dove iniziare.